Parole che feriscono, parole che curano - Intervista a Sara Greco

Servizio comunicazione istituzionale

Lo scorso 16 maggio si è tenuta nell’Auditorio dell’USI la conferenza “Violenza domestica e linguaggio”, proposta all’interno di “Convergenza e distanza”, progetto culturale ideato dalla Facoltà di comunicazione, cultura e società dell’USI. La serata è nata dall’occasione di poter presentare il volume “Lo stile dell’abuso. Violenza domestica e linguaggio” in cui Raffaella Scarpa, docente di Linguistica medica e clinica all’Università degli studi di Torino, analizza il fenomeno della violenza domestica dal punto di vista del linguaggio. Secondo questo studio, una serie di indicatori vanno a costituire una sorta di “stile del discorso” che è riconoscibile nei casi di violenza, stile con cui l’abusante cerca di ridurre l’abusato in uno stato di soggezione e inferiorità.

Abbiamo incontrato Sara Greco, professoressa straordinaria di argomentazione presso l’istituto di argomentazione, linguistica e semiotica (IALS) dell’USI e vice decana della Facoltà di comunicazione, cultura e società, alla quale abbiamo chiesto di spiegarci qualcosa in più sul progetto Convergenza e distanza, ma anche su come la lingua può essere strumento per prevenire violenze e abusi.

 

Professoressa Greco, come nasce il progetto Convergenza e distanza e da cosa ha preso vita la serata su Violenza domestica e linguaggio?

La Facoltà di comunicazione, cultura e società ha voluto questo progetto, che ha lo scopo di riunire persone di istituti diversi, ma anche di creare e approfondire il legame col territorio e la comunità, che in questo modo entra in Università attraverso la partecipazione e la co-costruzione di momenti culturali, come quello di metà maggio.

La conferenza è stata infatti organizzata grazie alla collaborazione di persone di diversi istituti come l’Istituto di studi italiani, l’Istituto media e giornalismo, l’Istituto di diritto e l’Istituto di argomentazione, linguistica e semiotica, oltre che il Servizio pari opportunità e quindi facendo nascere una collaborazione non solo interdipartimentale, ma anche interdisciplinare. L’occasione della serata del 16 maggio è stata la pubblicazione per Treccani di "Lo stile dell’abuso" di Raffaella Scarpa, linguista, che è un’analisi linguistica del fenomeno della violenza domestica basata su interviste a abusanti e abusati, in questo caso donne, anche se sappiamo che non sempre le vittime sono donne.

 

In che modo è possibile riconoscere un linguaggio “violento”? E, inoltre, è possibile prevenire un comportamento violento conoscendo il linguaggio?

La violenza è un fatto e tra gli aspetti interessanti da studiare c’è come si arriva a quel fatto e quindi cosa succede prima. Questo qualcosa che succede prima spesso non è fisico, ma è anche una macchina del linguaggio in cui una delle due persone viene vittimizzata attraverso precise scelte e strutture retoriche che si ripetono e che dunque sono individuabili. Questo aspetto è interessante perché ci apre una prospettiva per il ruolo dello studio del linguaggio e della comunicazione: ponendo attenzione ad alcuni fenomeni linguistici e discorsivi, possiamo renderci conto di come si costruisce  un rapporto fondato sull’abuso. Questa, in fondo, è la tesi di Scarpa.

 

È possibile prevenire un comportamento violento conoscendo il linguaggio o si può solo intervenire dopo che l’evento c’è stato?

Quello che si fa all’USI, e che è anche il centro della mia ricerca, è un lavoro di ricerca che riguarda la ricomposizione del conflitto attraverso il dialogo: come si può intervenire in caso di conflitto? Come il dialogo può essere un’alternativa al conflitto? Questo allarga la prospettiva della violenza e aiuta a capire come è possibile intervenire anche dopo, per esempio attraverso la  mediazione dei conflitti, un metodo interamente basato sulla comunicazione e sul dialogo. Su questi temi, ormai da diverso tempo è avviata una collaborazione tra l’istituto IALS e l’istituto IDUSI, che combinano la prospettiva linguistico-argomentativa e la prospettiva giuridica su temi come mediazione e giustizia riparativa

Certamente, tuttavia, il tema della violenza domestica ci pone ulteriori domande sull’efficacia di un approccio dialogico rispetto a situazioni di reati in questo ambito. Fino a che punto può arrivare il metodo dialogico? Queste domande restano aperte e saranno oggetto di ulteriori ricerche.